venerdì 7 giugno 2024

Francesco Dalessandro

 RAPIDO FUGGE IL TEMPO 

 

 I

 

«Rapido fugge il tempo…» così canta

il poeta e si tormenta,

furtiva giunge l’alba 

e ferisce la notte «dalle labbra

l’anima mia si sporge nel respiro

a cercare la tua…»

 

 

II

 

«Ah, poesia, ti dilegui

nel vento che sussurra alla finestra

di questa casa nuova,

poesia, perché non segui

più i miei passi? mi metti

forse alla prova? oppure qui ti presti

agli inganni ai misteri

dell’amore che assalta

ai suoi furtivi sortilegi e affanni?»

 

 

III

 

Tu non sei dolce non sei remissiva,

poesia, ma sei la luce

che scende fra le torri e sulle prime

tenere foglie, l’ombra

nutrita di silenzio;

sei la coppia di rondini che zirla

allegrezza a primalba

e l’ombra del gabbiano

che nel giovane vento ne minaccia

il volo, se, poesia, tu non sei dolce

e non sei remissiva

ma riflessiva e attenta

alla mia pena perché ora vacilli

o minacci o mi assilli?

 

 

IV

 

Hai detto «la poesia mi sta lasciando

solo, come un amore

troppo timido, un tiepido

slancio di giorni stanchi…» però se 

le parole che graffiano

il buio confidenti non smarriscono

quelle piccole chiare

verità che non chiedono clamore

ma silenzio e se sono

luce alla notte che ci incalza – 

scrivi

 

 

 

 

 

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