SONETTO XLII
“Il mio futuro non copierà pari il passato” –
scrissi un tempo, e pensando che l’angelo
custode al mio fianco, con lo sguardo supplice
levato al bianco trono del Signore,
sostenesse le mie parole, mi volsi, e invece
vidi te, non estraneo agli angeli nell’anima!
Così, dopo tanti malanni, fu immediato
il mio conforto, e alla tua vista nuove
foglie imperlate di rugiada mattutina
sbocciarono sul mio bastone di pellegrino.
Ora non cerco copia di quella vita:
lascia le pagine arricciate da troppi pensieri
e scrivi tu la nuova epigrafe al futuro,
angelo nuovo, mio, insperato al mondo.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da Sonetti dal portoghese, Edizioni Il Labirinto, 2002
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