mercoledì 4 gennaio 2017

Carlo Betocchi

DELL’OMBRA

Un giorno di primavera
vidi l’ombra d’un’albatrella
addormentata sulla brughiera
come una timida agnella.

Era lontano il suo cuore
e stava sospeso nel cielo;
nel mezzo del raggiante sole
bruno, dentro un bruno velo.

Ella si godeva il vento;
solitaria si rimuoveva
per far quell’albero contento:
di fiammelle, qua e là, ardeva.

Non aveva fretta o pena;
altro che di sentir mattino,
poi il suo meriggio, poi la sera
con il suo fioco cammino.

Tra tante ombre che vanno
continuamente, all’ombra eterna,
e copron la terra d’inganno
adoravo quest’ombra ferma.

Così, talvolta, tra noi
scende questa mite apparenza,
che giace, e sembra che si annoi
nell’erba e nella pazienza.


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