venerdì 27 gennaio 2017

Raffaela Fazio

ELENA

1.

L’altra
ti viene incontro
è ormai vicina:
uguali
il tono i lineamenti
il tempo dentro ai gesti
la fierezza
           ma gli occhi
rondoni
già lontani
e il corpo
forma d’aria
            turbamento.
Sei tu
colei che aspetta
immutata
fedele al vecchio patto.
Lei è il tuo doppio
             perfetto irreale
la non-scelta
la solo immaginata
dentro a un sogno
che tu stavi sognando
prima di altri
là dove
amore è guerra
e tutto ciò che sfugge
si rinnova.
Lo vedi, la spiaggia
si dilegua.
Il fato ti ritrova
e il ricordo
che torna alla tua terra
è questa nave
lenta.
         Prende te sola
ma porta
– dell’altra –
l’addio illusorio
che fende il nero il mare
                      sempre uguale
col suo
rostro d’avorio.

2.

L’altra
ti viene incontro
è ormai vicina:
uguali
il viso il portamento
ma il peso
che dà radice al corpo
è nel suo passo.
A terra si proietta
soltanto
la sua forma.

Tu che ti aspetti
stupore nello sguardo
che t’incrocia
non vedi che rimpianto
in quella donna.
Eppure
la storia che lei canta
è tutta intera. Non sa
dello spezzarsi della vista
– del tempo discontinuo
che ha il pensiero
il desiderio – non sa
della violenza
che ti sposta
né del rischio
dello sbaglio.
Tradimento.

La vita lei
l’ha attesa
tu l’hai colta
nell’estasi e nel vuoto.
Il prezzo che hai pagato
è di essere un abbaglio.
Ora è venuto
il tempo della resa.

Ti spogli
le rendi la bellezza
l’incerta sicurezza
che l’esistenza è una.
Mentre le affiora
sotto gli occhi
un’altra ruga
tu scompari
nell’aria
come in uno specchio
un fremito
un brivido già in fuga.


(inedita)


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