lunedì 23 luglio 2018

Carlo Alberto Parmeggiani,


ZARINA

e forse brillerà al tramonto mio
l’amore con un sorridente addio
                                                                                      A. Puškin

Benché non fosse ancora maggio per le rose
nella pelliccia il tuo volto s’arrossava,
i tuoi occhi erano i bocci smeraldini
di una primavera che, estinta, in me rivive
al ricordo di quell’addio lontano.

Allora non mi venne di dirti una parola
origliando il tuo e il mio battito del cuore.

Con fredda agitazione di bestia ferita,
altro non mi dissi che ti avrei dimenticata.

Ma non bastò quell’ipoteca sul futuro,
già che pure le preghiere e gli scongiuri
il cielo non li accolse, intanto che seguivo
e seguo ancora il tuo rapido svanire
sulla strada già deserta e annerita.

da Inoj, di Berath Udarnik (inedita)


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