mercoledì 5 dicembre 2018

Emanuele Franceschetti


VORREI DIRTI L’IMBARAZZO

Vorrei dirti l’imbarazzo di una povertà
che non immaginavo.
Vincere l’omertà del nascondimento,
dimenticare il copione di sempre.
Non resta che aspettare il dormiveglia,
per ritornare agli odori perduti. Da lì
rieccoci al crepuscolo: c’era tempo, ancora,
per fingere il deserto inconsistente
dell’estate, godere a tutti i costi
senza sapere. Non credere alla morte
che in un’ora occasionale. Ora invece i morti li contiamo,
immaginiamo gli anni al loro doppio:
è muta la parola del cemento,
ogni creatura chiede un’attenzione nuova.
Ci rimane sulla pelle appena l’infinita
grazia di cercare.

da Terre aperte, italic, 2015

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