venerdì 3 luglio 2020

Anna Settevendemmie


DIALOGO CON PETER HANDKE


Nel suo Canto alla durata si legge:
“No, quel giorno provando tutto questo capivo
che al miracolo mancava la durata.
Ero riuscito sì a fermare l’attimo,
ma nemmeno così
avevo qualche diritto su di lui…”.
Caro Handke,
se è vero che al miracolo
manca la durata ciò che non
gli manca è il miracolo del ritorno.
Nelle sue parole leggo il senso
della vita occidentale
con un inizio un centro ed una fine
quando invece tutto
si trasforma ed evolvendo
muta e se è vero che l’attimo non
dura, il miracolo ritorna, come
l’attimo che lo cattura.
Ci protegge il canto al ritorno.
Ci proteggono fugacità ed impermanenza
se anche la notte più buia
trova pace
nella sua stessa fine.


da La casa senza pareti, raccolta inedita

2 commenti:

  1. Handke non è certo uno sconosciuto: regista, scrittore, saggista e molto altro ancora. Tuttavia la sua vita e la sua opera non hanno mai avuto molto risalto, l'opera di un poeta ne ha mai avuta? l'Occidente vive spesso senza memoria è vero ma molti suoi figli hanno suonato il canto del ritorno, non siamo la razza peggiore del pianeta, siamo quelli che hanno sprecato di più.

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  2. Esatto, siamo quelli che hanno sprecato di più. Nel brano del grande Handke trapela l’angoscia per ciò che non può durare. Egli si sente morire ma non di felicità. Ma forse proprio ciò che non dura, eppure ritorna, in un ciclo vitale che si ripete, ci conforta e ci salva.

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