mercoledì 28 ottobre 2020

Arnaut Daniel

 SE CADE FOGLIA

 

I

Se cade foglia

dagl’intrecci più in cima

e il freddo orgoglia

onde vi secca il vinco

di dolci trilli

vedo svestirsi il bosco

ma son vicino

d’Amor: chi vuol si tolga.

 

II

Quanto è gela:

non posso abbrividire

ché amor novello

mi fa il cuore inverdire;

non devo orrire

ché Amor mi copre e cela,

fa custodire

mio valor, mi governa.

 

III

Buona è la vita

se Gioia la sostiene

pur se la sgrida

uomo cui non va bene;

non so di che

accusare il destino

poiché a mia fé

del meglio ho una partita.

 

IV

Su druderia

non so in che lamentarmi

ché altrui pariglia

trasformo in retrozara;

con una pari

non so doppiar mia amica

ché una non pare

seconda non le sia.

 

V'

Non può esser croia

quella cui sono amico,

oltre Savoia

più bella non si ciba;

tal m’è gradita

che più ne ho io di gioia

che non Parìs

da Elèna, quel di Troia.

 

V

Non vo’ s’assembli

mio cuore ed altro amore:

giammai divergo

o volgo il capo altrove;

non ho timore

che quello di Pontrembli

ne abbia migliore

o una che le assembri.

 

VI

È tanto bella

chi mi serba gioioso:

le belle trenta

vince per il suo volto;

ben v’è ragione

che i miei canti allor senta:

sì è virtuosa,

di fin pregio opulenta.

 

VII

Or va’ canzone

e da lei ti presenta:

se lei non fosse

Arnaut non vi s’intenta.

 

 

Traduzione di Pietro Tripodo

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