SERENI
Ora la mia mano mi ricorda
la tua. Non solo per il polso
stretto da cui l'anima
pareva sforzarsi di uscire
subito dove il pensiero
si congiunge al gesto
ma per la scrittura
che pareva minacciare
pensieri dispersi,
inarcarsi sulle punte
volgendosi indietro
agli ultimi sbadati della fila,
allo snodato serpente degli anni,
alla stella variabile, già fredda.
Se qualche regno patisce violenza
è quello dove tu sei passato,
caduta l'ansia di curare
che tutti, proprio tutti,
fossimo passati.
Perché c'è un punto del mondo
che tu sapevi non reggere il peso
dell'odio, un ponte percorribile
sola da certo peso delle parole
ma che nessuno della marcia
doveva temere.
Lo portavi tu,
il peso del segreto, per molti
che scrivevano e non capivano
l'imitazione del silenzio.
da Un giorno senza sera, La nave di Teseo, 2020
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