Sabato scorso è morto Roberto Pazzi, poeta e scrittore, ma soprattutto amico da oltre quarant'anni. Fra pochi giorni sarebbe uscito il suo ultimo libro, La doppia vista, in libreria dal 12 dicembre per "La nave di Teseo". Il primissimo ricordo personale che mi viene in mente è il nostro scambio di lettere, iniziato da lui dopo aver letto alcune mie poesie, non ricordo più dove, Il secondo è una enorme cartella blu che mi affidò nel 1982, quando passai a Ferrara, in Contrada della Rosa - dove ha sempre abitato. La cartella conteneva il primo, straripante nucleo di quelli che sarebbero diventati, negli anni successivi, i suoi primi due romanzi, il bellissimo Cercando l'Imperatore e La principessa e il drago. Il rimpianto per l'amico perduto si mescola con il dispiacere per un'altra autentica e intensa voce poetica che tace. Per ricordare Roberto, e suscitare il suo ricordo anche nei lettori di questo blog, da oggi leggeremo alcune sue poesie, tratte dal suo ultimo libro poetico, l'antologia personale Un giorno senza sera, edito nel 2020 da "La nave di Teseo". Cominciamo con la prima poesia della sua antologia. Si tratta di un breve testo, lodato a suo tempo da Vittorio Sereni, primo mallevadore della poesia di Roberto:
DA UN BELVEDERE DELLA VAL DI MAGRA
Una volta, io lo so,
qui c'è stata la gioia.
L'aria ne trema ancora.
Ancora non si è spento lo stupore
della valle
a vedersela un giorno andar via.
Bocca di Magra, 1969
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