A LEOPARDI, CHE VOLEVA SCRIVERE
A Leopardi, che voleva scrivere
un romanzo, non riusciva di trovare
un nome per il protagonista.
I Giulio Rivalta e i Silvio Sarno
e gli Eugenio che gli uscivano
dalla testa, non facevano mai
procedere lo scritto oltre
qualche garbata bella pagina.
A Foscolo invece venne in aiuto
subito la Musa col suo bravo
Jacopo Ortis e ancora più tardi
con Didimo Chierico.
Leopardi, insomma, non fu fortunato
neanche in questo.
Mi sono chiesto tante volte
che romanzo avrebbe scritto
Leopardi, ma Giulio Rivalta,
Silvio Sarno ed Eugenio
non sono personaggi di Pirandello,
non parlano.
Qualche sillaba in più,
qualche suono che non va,
qualche scontata assonanza
o altro che non capisco,
non mi fa immaginare niente
della loro vita né a Recanati
né a Roma, la città che il poeta
aveva appena visto.
Non sarà che i nomi hanno un potere
che neanche i poeti più grandi
sanno calcolare?
non sarà che tutto quello che s'è scritto
s'è scritto da sé per l'incontro giusto dei suoni?
da Un giorno senza sera, La nave di Teseo, 2020
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