OGNI MORTE
In memoria del poeta marocchino Mohcine Akhrif
Ogni
morte è assurda,
quasi
quanto la vita.
E
la poesia che ancora va cercando
il
senso della morte, della vita…
Lo
scopre un poeta, o così crede;
vince
la timidezza, la certezza
dell’assurdo
anche di questo andare a capo,
prende
il microfono e comincia a leggere.
La
voce non è sua, è della Morte,
che
si ascolta gelosa e poi lo strappa
con
l’unghia dalla terra.
Lo
attraversa d’un lampo.
Gioca
con le parole,
la
Morte innamorata, si diverte
a
fare cronaca di vecchie metafore.
La
morte è l’energia,
il
corpo del poeta è il conduttore:
a
terra, fulminato.
Nessuna
morte è assurda.
(inedita)
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