DA UNA PIÙ CHIARA VOLONTÀ
Più si fa buia e più è luminosa
la vita quando se ne va
perché l’ultima
luce
nasce da una più chiara volontà
(inedita)
DA UNA PIÙ CHIARA VOLONTÀ
Più si fa buia e più è luminosa
la vita quando se ne va
perché l’ultima
luce
nasce da una più chiara volontà
(inedita)
QUALE LA DIFFERENZA
Quale la differenza
fra te e me
quale tra la vita e la morte
ti porto fiori, ne sei contento
ma li lasci sulla tomba
a chi passa, perché tu
vieni in me con me al paese
forse pure dove sei ora
non credi in Dio
mi somigli, vuoi gente uccelli
esci fuori dalla terra
porti legna, del figlio
indossi cranio e viso, padre mio.
da Anna sa, Il Labirinto, 2023
POEMETTO DELLA TREGUA
1
Le strade tutte alle spalle,
le irrisolte strade,
e il loro frastuono
quei lampi che segnarono
il cuore di furori
Rosse in un incendio
vi fiorirono tutte le cose
le rose della vita
2
La tregua:
la richiede il cuore
le sue tessiture
risultano dosaggio
di lente alchimie
Si muove
in una penombra di sangue ispessito
Precipizi
i suoi silenzi sempre più lunghi
3
E' questo il tempo (il luogo?)
delle quiete interrogazioni
se fuori
sui muri trapassa
un fiato di vento
il luminoso filo della luna
Tutto è al di là e oscuro:
vi trascorrono
in un incrinato specchio
terra e cielo,
si confondono
in un incastro di corrispondenze
Presiede alla notte
l'abrasa memoria delle cose
delle rose della vita
Da Tutte le poesie, Ghenomena, 2021
(infanzia)
Ecco che
mi vengono in sogno alberi alti come palazzi
stretti
dentro cortili, dentro i ricordi di un’infanzia
selvatica
e nuda.
Mi vengono
in mente
forse mi
seguivano con le loro stille
con i loro
getti scomposti dentro un’infanzia di gocce,
lacrime
d’ambra senza valore.
Si muovono
gli alberi, coi loro piedi pesanti di terra, coi loro legni asciutti
ed è tutto
un muoversi dentro
tutto un
rincorrersi di giardini parlanti.
Ho paura
di trovarmi intrappolata nei giardini
in quei
giardini chiusi, con alberi giganti e vivi
vivi, in
movimento, sussurranti
coi loro
gesti scomposti con le loro lacrime d’ambra.
(inedita)
ALLA MIA GATTA PARLO
Alla mia gatta parlo ˗ sono, le mie, lallazioni,
sproloqui, discorsi sulla salute, la politica,
l’economia, il clima, intime confessioni.
Per
carità lei dritta sul pavimento ascolta ˗ intenta ˗
però alla lunga sbadiglia, serra gli
occhi, li
schiude per richiuderli ancora ˗ definitivamente
˗
è ormai assopita. Così i miei più
impegnativi
discorsi non fanno che conciliarle il
sonno.
Ma a un tratto sgrana gli occhi, drizza le
orecchie
è un frullo d’ali fuori della finestra ˗ è
desta.
da Alla mia gatta parlo, Il Labirinto, 2024
IL LUNGO POEMA
Questo è il lungo poema che nessuno scrisse
che volle nascere da solo nel tiepido letto di belle
stagioni finite.
Nacque nella mente,
in una o più menti aperte nei dormiveglia domenicali
un poema di nuvole, assonnato
un poema per sonnambuli
adottato da tutti ché tutti avrebbero voluto scrivere
e che nessuno scrisse.
Fu il tragico di un giorno di riposo che ci portò improvvisa
alla coscienza
l’esistenza di parole inutili che non volevano essere
scritte.
Sfidando l’abulico vuoto in cui galleggiava il testo
tra il sonno e la veglia le cogliemmo: parole anche garbate,
silenziose
meste
-e noi
volevamo farne rumore.
Questo è il lungo poema che nessuno scrisse
poiché risvegliati dal sonno ancora a lungo dormimmo.
E come pietra fu il nostro sogno una dura sostanza
atta a costruire un mondo in apparenza vero ma che no, vero
non fu mai.
Questo lungo poema che
nessuno scrisse somiglia già da ora
ad una donna bellissima che
tutti hanno amato e nessuno ha mai veramente voluto.
Il lungo poema è una donna
rimasta sola
che per non perdere la
faccia sorride misteriosa.
(inedita)
POSSIBILE CHE QUALCUNO ASCOLTI
Possibile che qualcuno ascolti
il nostro vocio
la parola
l'ininterrotto ronzio che facciamo
per misurare quello che c'è
e quello che non c'è
l'albero dell'io che continua a frusciare
a cicalare per il vasto mondo?
da Frammenti di nobili cose, Passigli, 2023
SE NOI SCORDASSIMO IL SOLE
se noi scordassimo il sole d'estate che ci
scortava se una strada di sabbia
verso la tela azzurrissima del mare
se avessimo già scordato il riflesso viola dell'acqua
gettata sugli scogli dai tagli del vento
se volontariamente ci scordassimo
di sperimentare la bellezza della terra o avessimo già scordato
tutti i pensieri d'amore che risucchiando il respiro
ci hanno fatto tremare
una volta almeno dovremmo girarci per guardare indietro
da Vivi al mondo, Vallecchi, 2023
XLIII
Neghittoso affondando nella più nera
accidia, cedo poteri e possessi: in un fascio
solo ricordi, pensieri - e mi lascio
la lussuria per sola chimera.
Torno al finito, al profano, alla carne.
Il tempo dei sortilegi gira in tondo
e fa di me, mentre rincanta il mondo,
un favoloso animale parlante.
da In quattro, Il Labirinto, 2006
LO SPIRITO, DICE IL SAGGIO
Lo spirito, dice il saggio, è la punta dell'anima.
La cuspide del cuore. Qualcosa
che riecheggia, dentro,
e che non smette di far luce.
Non c'è diavolo che tenga,
per quanto, cocciuti come lama,
i diavoli insistano a ripetere
che tutto si fa polvere e non vale,
gli invidiosi funamboli del niente,
i praticanti nel commercio della materia,
viziosi per rappresaglia contro la vita vera.
da Frammenti di nobili cose, Passigli 2023
PER MESI NON HO PIÙ SCRITTO
per mesi non ho più scritto
ho guardato il paesaggio dalle colline intorno a San Casciano
seguito il volo in bianco e nero delle gazze
il traffico di macchine sulla statale che porta all'autostrada
gli alberi da frutto gli ulivi vicino al casale
ho tenuto gli occhi aperti senza sbattere le palpebre
- sono stata eroica nella mia fissità -
anche se l'autostrada scorreva con un rumore d'acciaio
e le colline si coprivano di nebbia commemorando il passato
imitando il silenzio della fine
da Vivi al mondo, Vallecchi, 2023
IN GIARDINO
Provo imbarazzo mentre mi guardi
ché per guardarmi meglio ti metti di profilo.
Resto immobile nemmeno respiro
che questo incontro duri
che duri questa estate.
Mentre guardi e scopri la morte
come un parassita nelle mie piume nere
vedo la nostra età che si congiunge.
Provo imbarazzo per queste aperture
queste scissioni nel tempo
per tutti questi pezzi che mi cadono intorno.
Lo so che hai visto
e non vorrei deluderti
non ti somiglio ma potrei
potrei attraversare la striscia soleggiata
di questo mondo uguale
di questo istante ugualmente eterno
(inedita)
DICEMBRE
Tu mi hai sospinto
al centro del dolore melodioso
che dà la febbre del riposo
con gli occhi schiusi del perdono.
Ed ora lasciami accogliere
la tua verità interdetta
nella mia fertile ferita.
Morirò sotto un olmo
tra il fruscio di sterpi non ancora riarsi,
risparmiati dal tenue raggelare
di un pietoso mattino di dicembre.
da La radice e l'ala, Edizioni del Leone, 2000