mercoledì 29 maggio 2013

Valerio Grutt


QUEL GIORNO AVEVANO CHIUSO AGOSTO

                                     a mio padre che sarà tra forbici e stelle

Quel giorno avevano chiuso agosto
con i limoni sugli occhi

non sapevo ancora niente
degli aperitivi e dei film di Burton

giocavo a pallone
con la maglia del portiere

al centro del grande zabaione
dove Napoli galleggia

nella sala d’attesa
tolsero l’acqua al pesce rosso

il dottor temporale disse di chiudere le porte 
                                                       / rimaste socchiuse
ci caricarono il buio alla nuca e spararono

era un elefante con le gambe secche
e non ci volle molto a cadere

era l’ultima via Santa Lucia
che se ne andava timida dal golfo

hanno visto alzarsi in volo uno stormo
dalla piazza fredda del letto di mia madre

hanno tolto l’uomo
hanno sradicato le sue mani dalle mie

quando tornerà sarà davanti agli occhi di Antonio
e tra le braccia di Maria come il figlio che non ha

quando tornerà non sarà buio il corridoio
si siederà a tavola e dirà: «perché avete aspettato tanto...

potevate cominciare».



Da Una città chiamata le sei di mattina, Edizioni della Meridiana, 2009



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