venerdì 24 marzo 2017

Francisco de Quevedo

A ROMA SEPOLTA NELLE SUE ROVINE

In Roma cerchi Roma, o pellegrino,
e proprio in Roma Roma non ritrovi;
le vantate muraglie, morti covi
sono, e di sé sepolcro l’Aventino.

Giace, dove regnava, il Palatino;
son limate dal tempo le medaglie;
sembrano più macerie di battaglie
degli evi, che blasone del latino.

Solo è restato il Tevere, corrente
che bagnò la città: or sepoltura,
la piange con funesto suon dolente.

Roma, da quella gloria così pura
fuggì ciò ch’era saldo e solamente
il fuggevole ormai permane e dura.


Traduzione di Vittorio Bodini

da Sonetti amorosi e morali, Einaudi, 1965

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