venerdì 1 febbraio 2019

Wallace Stevens


ANGELO CIRCONDATO DA PAYSANS

Uno dei contadini:
                                                                          C’è
Il benvenuto alla porta a cui nessuno viene?

L’angelo:
Io sono l’angelo della realtà,
Intravisto un istante sulla soglia.

Non ho ala di cenere né usura di metallo
E vivo privo del tepore dell’aureola,

Senza stelle che mi seguano in corteo,
Ma parte del mio essere e conoscere.

Sono uno di voi ed essendo uno di voi
Io sono e so quel che so e sono.

Sì, sono l’angelo necessario della terra,
Poiché chi vede me vede di nuovo

La terra, libera dal duro giogo della mente,
E chi ascolta me ne ascolta il canto

Tragico levarsi in liquide lentezze,
Come parole d’acqua a galla; come significati detti

Per ripetizione di mezzi significati. Non sono forse,
Sì, io, soltanto una specie di figura a mezzo,

A mezzo vista, vista un solo istante, un uomo
Della mente, un’apparizione apparecchiata

Di paramenti all’apparenza tanto lievi che volto
Le spalle, ed eccomi presto, troppo presto scomparso?

Traduzione di Nadia Fusini

da Aurore d’autunno, Adelphi 2014


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