venerdì 27 settembre 2019

Domenico Ludovici


ANNIVERSARIO


I

era la sera di un anniversario
felice per noi due in un tardo aprile
ancora freddo e non primaverile
guidavo in mezzo al traffico nel vario-

pinto alternarsi delle luci file
d’auto e di moto lungo la Salaria
si muovevano lente e c’era un’aria
purgatoriale ma dentro gentile

il tuo sorriso mi faceva bene
dopo due mesi senza che t’avessi
più vista ti dicevo: «se sapessi

quanto mi sei mancata! chi mi tiene
dal mangiarti di baci qui e adesso?
e tu? di’, ma per te…» «per me è lo stesso»

guardandomi «lo sai, ti voglio bene»



II

«ti ricordi? era oggi…» rispondesti:
«oh bene…» «hai mai rimpianto il tuo rifiuto?»
«è che avevo paura» sorridesti
imbarazzata «solo quello è stato

il mio rimorso ma allora ho pensato
ch’era un bene per tutti» «ora vorresti
farmi credere» dissi «che hai voluto
salvare capra e cavoli? facesti

la tua scelta non credo la più giusta
e l’ho pagata cara…» «anch’io, che credi?
in questi anni mi sono spesso chiesta

che sarebbe accaduto e se sarei
stata felice… ho rinunciato vedi
a chiedermelo ancora ma vorrei

tornare indietro – chissà? rifarei…»



III

«la stessa scelta? ma ora cosa importa?
tornare indietro non si può ma sei
ancora in tempo per…» fissavi assorta
la strada e le sue luci «dove sei?»

chiesi stringendo la tua mano «persa
nei miei ricordi…» «nostri» aggiunsi «bei
momenti o no?» ti chiesi «ero diversa
oggi ti piaccio ancora? non vorrei

che dicessi di amarmi e di volermi
ancora solo per tenere il punto
sono così cambiata!» «sei più bella

di prima» sussurrai, eravamo fermi
già sotto casa tua «lo vedi? appunto
per questo ho tanti dubbi perché quella

che vedi in me non sono io, confermi…»     



IV

«che ho voglia di baciarti di toccare
il tuo corpo di stringermelo addosso
nudo e fremente come allora, posso
farlo o vogliamo, anzi vuoi continuare

il gioco dei vorrei però non posso?
quel che è stato non conta, non ti pare
venuta l’ora di…» (m’ero commosso
la voce mi tremò tacqui) «di fare

una scelta» finisti tu la frase
«sì una scelta» anch’io dissi «forse siamo
maturi, no?» «va bene, e che facciamo?»

domandasti polemica «due case
e due famiglie due modi diversi
di amare siamo soli come pensi

perciò che cambierebbero le cose?»



V

«forse non cambierebbero ma è tardi
per avere altri scrupoli, non credi?»
e tu «hai ragione, basta coi riguardi
verso tutti…» accostandomi ti diedi

un bacio fra i capelli «è ora che guardi
un po’ a me stessa a noi…» tu continuasti
e poi «perché non sali? se ritardi
ti fa storie? che pensi?» domandasti

trepida «Manu è fuori con amici
e non torna che a cena, sali?» «credi
che potrei dirti no?» risposi aprendo

lo sportello dell’auto e sorridendo
salimmo in casa, nell’ingresso in piedi
già le mani cercavano felici      

i tesori nascosti nei vestiti



VI

eccolo il corpo amato tanto atteso
eccolo vivo nudo innamorato
eccolo bianco timido disteso
eccolo silenzioso abbandonato

eccolo il corpo bello offrirsi arreso
alle mie mani al tocco delicato
delle dita tremante eccolo acceso
di desiderio eccolo preparato

eccolo il tuo bel corpo che pudica-
mente m’invita  [...]


(inedita)



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