venerdì 25 giugno 2021

Francesco Dalessandro

 ULTIMA LETTERA D’AMORE

                                                      a Alessandro Ricci


«Sera di labbra e sguardi,»

le scrivi «appena finita

ribalta in dolore dov’era

la gioia, la pura

bellezza di un’anima che

si fa volto…».

                           

                         È domenica

mattina, sei sceso

in giardino a fumare seduto

sotto il fresco gazebo

(il posacenere è pieno

in una tazzina le ultime

gocce di caffè e molto zucchero

che raccogli con la punta

dell’indice) e le scrivi  

mentre sostieni l’assalto

dei pensieri che hanno lei sola

al centro come anello

che costringe all’abbandono

alla fine o alla morte, così

familiare. Sei calmo perché

consapevole del guscio

di dolore che ti avvolge,

batti forte sui tasti consumati

le parole che non avresti

potuto dirle, ma resta

in te solo l’ascolto e la senti

nella nuova solitudine di soste

terribili d’inutili espedienti

che subito riaccende la memoria

e rinnova le piccole ardenti

ammirazioni del suo corpo

mai stato tuo e degli occhi

verdi pieni di doni,

un numero in crescita di

momenti incantevoli mai

provati…

                  

                 Ma lei  

dov’è, se il mare agitato

la tiene o la porta lontano,

in quell’isola di onde e

di sponde perdute, e non uno

dei chilometri insieme promessi

avete percorso: son cose

che si dicono, pensi

ora – e lo scrivi – nella luce

del sole già alto restando,

tu e lui, senza più lei…


(inedita)

2 commenti:

  1. Una poesia di ottima fattura, un susseguirsi di immagini e pensieri. Le confidenze di un amico carpite dai versi versati sui fogli. Una storia d'amore abbozzata, appena percepita che si dissolve nel lago della memoria e dell'oblio. Versi che cercano di trattenere nel futuro l'assenza della voce di un amico prima che divenisse un poeta.

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  2. Mi sembra di vederlo l’amico, tra caffè e sigarette, avvolto nel suo guscio di dolore, intento a scrivere versi che prendano il posto delle parole non dette. Ma egli e’ calmo e sostiene l’assalto dei pensieri, resta in lui, solo l’ascolto... una meditazione sul senso della perdita, non solo la perdita dell’amore sofferta dall’amico ma anche la perdita dell’amico sofferta dal poeta, una perdita dentro l’altra e la scrittura che lega

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