ULTIMA LETTERA D’AMORE
«Sera
di labbra e sguardi,»
le
scrivi «appena finita
ribalta
in dolore dov’era
la
gioia, la pura
bellezza
di un’anima che
si fa volto…».
È domenica
mattina,
sei sceso
in
giardino a fumare seduto
sotto
il fresco gazebo
(il
posacenere è pieno
in una
tazzina le ultime
gocce di
caffè e molto zucchero
che
raccogli con la punta
dell’indice)
e le scrivi
mentre
sostieni l’assalto
dei
pensieri che hanno lei sola
al
centro come anello
che
costringe all’abbandono
alla
fine o alla morte, così
familiare.
Sei calmo perché
consapevole
del guscio
di
dolore che ti avvolge,
batti
forte sui tasti consumati
le
parole che non avresti
potuto
dirle, ma resta
in te
solo l’ascolto e la senti
nella
nuova solitudine di soste
terribili
d’inutili espedienti
che
subito riaccende la memoria
e rinnova
le piccole ardenti
ammirazioni
del suo corpo
mai
stato tuo e degli occhi
verdi
pieni di doni,
un
numero in crescita di
momenti
incantevoli mai
provati…
Ma lei
dov’è,
se il mare agitato
la tiene
o la porta lontano,
in
quell’isola di onde e
di
sponde perdute, e non uno
dei
chilometri insieme promessi
avete
percorso: son cose
che si
dicono, pensi
ora – e
lo scrivi – nella luce
del
sole già alto restando,
tu e
lui, senza più lei…
(inedita)
Una poesia di ottima fattura, un susseguirsi di immagini e pensieri. Le confidenze di un amico carpite dai versi versati sui fogli. Una storia d'amore abbozzata, appena percepita che si dissolve nel lago della memoria e dell'oblio. Versi che cercano di trattenere nel futuro l'assenza della voce di un amico prima che divenisse un poeta.
RispondiEliminaMi sembra di vederlo l’amico, tra caffè e sigarette, avvolto nel suo guscio di dolore, intento a scrivere versi che prendano il posto delle parole non dette. Ma egli e’ calmo e sostiene l’assalto dei pensieri, resta in lui, solo l’ascolto... una meditazione sul senso della perdita, non solo la perdita dell’amore sofferta dall’amico ma anche la perdita dell’amico sofferta dal poeta, una perdita dentro l’altra e la scrittura che lega
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