RAPIDO FUGGE IL TEMPO
Rapido fugge il tempo… così canta
il poeta e si tormenta,
furtiva giunge l’alba
e ferisce la notte «dalle labbra
l’anima mia si sporge nel respiro
ma la tua non ritrova…»
«Ah, poesia, ti dilegui
nel vento che sussurra alla finestra
di questa casa nuova,
poesia, perché non segui
più i miei passi? mi metti
forse alla prova? oppure qui ti presti
agli inganni ai misteri
dell’amore che assalta
ai suoi furtivi sortilegi e affanni?
Tu non sei dolce non sei remissiva,
poesia, ma sei la luce
che scende fra le torri e sulle prime
tenere foglie, l’ombra
nutrita di silenzio;
sei la coppia di rondini che zirla
allegrezza a primalba
e l’ombra del gabbiano
che nel giovane vento ne minaccia
il volo; se, poesia, tu non sei dolce
e non sei remissiva
ma riflessiva e attenta
alla mia pena perché ora vacilli
o minacci o mi assilli?»
Hai detto: «la poesia mi sta lasciando
solo, come un amore
troppo timido, un tiepido
slancio di giorni giovani» e se ora
le parole che graffiano
il buio e diffidenti si smarriscono
provando a dire quelle verità
che vogliono silenzio
o le tristi bugie che più non sono
luce alla notte che ti insegue,
taci
(inedita)
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