FRA QUELLE SPOGLIE E ROVINE
La
bellezza dell’alcol la sua luce d’intelligenza
manifesta
davanti ai tuoi occhi
il
suo prodigio
Già
sazio di donne
di
politica d’intellettuali
Una
camera
all’hotel Amas
vivere
negli alberghi (un altro giorno
se
n’è andato – il colloquio all’Università la firma
dei
libri poi le stesse stupidaggini di sempre la gente
che
vuole conoscerti la cena interminabile)
Ma ora
finalmente
sei solo
Bevi
tranquillo. Ti sei portato
“The
conduct of war”
di Fuller. Libro
splendido.
Ma la vodka ti offre
altri
paesaggi: Ti vedi bambino in una stanza
d’albergo
– scrivi
(una
lettera? No, no certo, però) distingui
con
chiarezza una data: 1950. Ora sono rovine
scalcinate
cucite di pallottole. Un bar, stai
bevendo
con Onetti, ti parla di Carmen
Amaya.
La
terrazza
del Pincio una sera di settembre
e
Roma vaniente nel crepuscolo. Una
notte
ad Atlanta, molto ubriaco leggendo
Malaparte
Da quando
il
denaro è nelle mani di chi
ce
l’ha, bene, credo
che
non ci sia niente da fare
… Sì, forse
–
t’aveva detto Welles – questo, fumare, leggere un buon libro poi chiamare che
mandino
una
donna. Non tarderà molto quel momento
in
cui dovrà occultarsi ogni traccia
di
lucidità cultura buon gusto
Lawrence
lo
sapeva già
no?
Prima
dell’Arabia. Lo
seppe
sempre.
Adesso
sei in campagna Una mattina
di
sole fermo. In un’ombra del giardino affondato in un’amaca
ti
godi le Memorie di Cellini Tuo
nonno
ti chiama Sali
con
lui su una terrazza percorre col dito
i
coltivi tutto questo
che
vedi è tuo, dice. Sarà
tuo
E ora è Parigi la rue
Max
Dormoy (attualmente frequenti altri quartieri)
ventisette
anni fa. Senti un freddo
spaventoso.
Riempi una valigia
col
doppio fondo
con
materiale di propaganda
che
deve passare la frontiera
Pressing lidless eyes and waiting
for a knock upon
the door Il vecchio Eliot
un
altro dei pochi che videro il
disastro
Benché
supponga che è a Barcellona
dove
a un tratto. Pioveva molto. Il treno
cominciò
a muoversi. La pioggia sui vetri (come
una
pellicola) Accendesti
una
sigaretta, e guardando di nuovo era una strana
fosforescenza
nella pioggia
quel
che restava. Poi tutto fu per sempre
diverso.
Metti
i piedi sopra una tavola, reclina
la
testa. Bere,
pensare.
Come in aereo. Non c’è posto
migliore
per
pensare.
Così,
Fabio, scoperta la sua essenza
m’insegna
la verità, e la mia volontà
con
essa si concilia e s’accorda
O
quell’inizio Squire Trelawney, Dr. Livesey O
quando
a un tratto a mezzanotte udivi
O
In un luogo della Mancha o Negli ultimi
decenni,
l’interesse per i digiunanti
Borges
e Welles sono i due uomini
che
ho rispettato di più. E
già
mezzo annebbiato rifletti: Non
si
può mischiare con
niente
la poesia. Non è una moglie
paziente.
È un’amante
gelosa,
possessiva. Se smetti di guardarla
t’abbandona
Ora
se t’appare Rita Hayworth
in
“Gilda”. Che
donna,
Dio mio
Pensi
a una serie di poesie
su
Rimbaud
Ciò
che interessa veramente Quando già
smette
di scrivere
Sì, questo o terminare
una
volta per tutte
il
libro delle passeggiate per Venezia
L’alba
e la bevuta
t’investono
d’un brillio
eccezionale.
Come a Ottavio de Malivert
niente
più può impressionarti
né
le disgrazie della virtù
né
la prosperità del crimine
Pensa
al
mare. Tornare presto, le spiagge solitarie
dell’Inverno,
il suo odore. Il sole.
Ciò che ora questi sciocchi
chiamano
Cultura
Dovrebbero
bruciare
Come
diceva il grande Wilde
in The importance
of being Earnest
più
della metà della nostra moderna illustrazione dipende
da
ciò che non dovrebbe leggersi
La luce debole
dell’alba
immerge
i
vasi e il tuo viso in una specie di
morte.
L’ultimo
sorso,
va per te
Gli dèi della
notte
–
dicono – quelli che concedono
donne
e letture
siano
con me.
Più
tardi vai in bagno, orini
abbondantemente,
ti
guardi
passando nello specchio, prendi
il
Fuller, e ti metti a letto.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da El escudo de Aquiles, Ediciones del Dragón, 1987
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