lunedì 4 aprile 2011

Andrew Marvell

ALLA SUA DONNA RITROSA

Se Mondo e Tempo bastassero, questa
tua ritrosia non sarebbe un delitto.
Siederemmo pensando dove andare
a passare il lungo giorno d’amore.
Sulle sponde del Gange tu potresti
trovare rubini, io sulla corrente
dell’Humber andrei a lamentarmi.
Dieci anni prima del diluvio t’amerei
e tu, volendo, potresti negarti
fino alla conversione degli ebrei.
Il rigoglioso amore crescerebbe
più vasto d’un impero e più lento.
Cento anni passerebbero a lodare
i tuoi occhi e a fissare il tuo viso.
Duecento per adorare i tuoi seni
e trentamila per tutto il resto.
Un’età intera per ciascuna parte
e l’ultima svelerebbe il tuo cuore.
Perché, signora, tutto questo meriti
né io a più basso prezzo t’amerei.
Ma dietro le spalle odo il carro
alato del tempo avvicinarsi veloce
e davanti a noi vedo le deserte
distese di una vasta eternità.
Perderai per sempre la bellezza
e sotto la volta di marmo non udrai
più l’eco del mio canto; solo i vermi
metteranno alla prova la purezza
lungamente difesa; sarà polvere
il tuo bizzarro onore, la mia brama
cenere. Luogo intimo e grazioso
la tomba, ma non là voglio abbracciarti.
Mentre sul tuo incarnato la rugiada
della giovinezza indugia ancora
e lo colora, mentre da ogni poro
la tua anima avvampa di voglie,
ora che possiamo, godiamoci la vita;
e affrettiamoci, come sparvieri
appassionati, a divorare il tempo
anziché patire schiacciati
dalle sue lente fauci. In una sola
sfera saldiamo forza e dolcezza,
e con dura lotta strappiamo il piacere
tra i ferrei cancelli della vita.
Se non possiamo fermare il sole,
facciamolo correre più veloce.

Traduzione di Francesco Dalessandro

Andrew Marvell, Selected Poems, Oxford University Press, 1994



2 commenti:

  1. Poesia di indicibile bellezza e che non incede a inutili e dannose visioni di "marcescenza prima del tempo".
    Grazie per avermela resa nota.

    (e. b.)

    RispondiElimina
  2. Mi colpisce il contrasto tra i versi "ma alle mie spalle..." e l'invocazione a carpire l'attimo di amore e piacere...mi evoca il Carpe dicembre oraziano, a dimostrazione che la poesia genera poesia, solo così si vince il tempo.
    Questa sera ho avuto la sorpresa di una scoperta.

    RispondiElimina