SE AVRAI IL CORAGGIO DI ENTRARE
Se avrai il coraggio di entrare
Nei giardini di tutti e seduto
Sulla pietra esporre il tuo affanno
Ad occhi estranei (ma nessuno ti guarda)
La luna da calme finestre di foglie
E di un’emula luce nel cielo rosato
Fioriti i verdi steli dei lampioni
Nessuno ti raggiungerà ma udrai la voce
Della vita, quieta nella sera
Come il respiro di una dormiente.
E devi servirti di questi momenti
Di deboli curvature, senza abbandoni,
Tu che aspiri a linee distese di vita.
Ma forse la verità è che non sei
Né debole né malinconico
Ma vuoto e di questo non ti compiaci.
3 Agosto 1962
GLI ALBERI, LE FOGLIE, L’UOMO, IO
Gli alberi che abbandonano le foglie
Cercano la complicità del vento
Per giocare all’autunno.
Le foglie prese con violenza riposano
Intorno all’uomo che brucia le castagne
E lo coinvolgono assorto accovacciato
Nella scena del presagio invernale.
L’uomo attira un burlone che si sgamba
Avanzando su agitati bastoni
Che si ferma a comprare castagne arrosto
E vuole essere patetico ai miei occhi.
Io me ne sto con la voglia rinnovata
Di fare l’amore che in fuori mi urge
– Ieri a mezzogiorno ero sopra di lei –
E intanto mi faccio gioco della vita
Del canto, di me stesso e del gioco.
Novembre 1963
Notizia
Francesco Villalba (Roma 1940-1969) è autore di poesie e prose che apparvero in varie riviste attive negli anni ’60, quali «La Fiera Letteraria», «Letteratura», «Arte e Poesia». Solitario ma non isolato, non è azzardato affermare che i suoi versi intensi e nuovi abbiano esercitato una segreta o non riconosciuta influenza su alcuni poeti suoi coetanei o di lui più giovani.
Altre notizie su Villalba si possono leggere in «Pagine», XVII, 53, ottobre-dicembre 2007. Il numero contiene una rievocazione di Gianfranco Palmery, che gli fu amico, e la poesia Epigramma romano.
I versi che pubblichiamo sono tratti dalla rivista «Arte e Poesia», 4-6, sett.-dic. 1969 (De Luca Editore, Roma).
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