MA
SALVARE MA SALVARE LA POESIA?
Se
tu socchiusa poesia t’affacci
da
paura di parto e abiura d’alba
io
t’offrirò per rose una radura
dov’è
promessa il ramo e non minaccia.
Tanto
pallida sei per velo stanca.
Tanto
morta tu ormai smarrita a lancia.
Ma
se mi guardi
e
se il mio dono è traccia
ma
tu se m’ami e l’arma è su l’altura
io
ti sollevo nel mio grido scalzo
e
ti conduco a immemore distanza
per
risorgerti a ignoto d’avventura.
Io
sono il Nuovo, alta è la mia stanza.
Solo
per me guarirai sicura.
Solo
con me rivivrai costanza.
Non
pentirti di essere futura.
Prestami
la tua voce: io io ti salvo.
(1928)
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