venerdì 18 novembre 2016

Ferdinando Tartaglia

MA SALVARE MA SALVARE LA POESIA?

Se tu socchiusa poesia t’affacci
da paura di parto e abiura d’alba
io t’offrirò per rose una radura
dov’è promessa il ramo e non minaccia.

Tanto pallida sei per velo stanca.
Tanto morta tu ormai smarrita a lancia.

Ma se mi guardi
e se il mio dono è traccia
ma tu se m’ami e l’arma è su l’altura
io ti sollevo nel mio grido scalzo
e ti conduco a immemore distanza
per risorgerti a ignoto d’avventura.

Io sono il Nuovo, alta è la mia stanza.

Solo per me guarirai sicura.
Solo con me rivivrai costanza.
Non pentirti di essere futura.
Prestami la tua voce: io io ti salvo.

(1928)


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