venerdì 6 dicembre 2019

Domenico Adriano

SOLTANTO IL MIO AMICO EMILIO


Soltanto il mio amico Emilio
Bestetti può aiutarmi. Con lui
nella camera oscura
mi è dato di mostrarvi
l’uomo che cammina in questa poesia.
Chi lo ha mandato
quale suo vangelo - e perché tiene
perennemente in mano un libro aperto.

Lèggere è la sua legge.
Lo seguo per le strade
di Testaccio, temo per lui quando
attraversa… Ora Emilio
con una mano trova l’aria
per diradare la nebbia che ha invaso
il bagno della pellicola: vedo
da una spira di vento
affiorare un albero - inchina i folti rami
al passo dell’uomo, ha il capo il collo proni
verso la china della parola.

Mentre vi parlo siamo
sul tram numero 3, l’uomo
se ne sta fisso in un canto
- deve per forza leggere - arrivare
con gli occhi alla sua pagina sarebbe
scalare il Monte Bianco.
Voglio seguirlo ammirare il cielo
dove abita sedere alla sua tavola.
Penso a Ungaretti a Piccioni agli amici
inerpicatisi sulla Circolare
- ancora le stesse rotaie -
per continuare la lezione
alla Sapienza: al poeta rapito
che sempre dimentica
di scendere a Marmorata all’altezza
dell’Aventino.

da Forse un altrove. Ipotesi di viaggio attraverso la poesia 
antologia di prossima pubblicazione presso “Il Labirinto”

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