lunedì 9 dicembre 2019

Sauro Albisani


LARI

Caro lettore, ho cambiato casa.
Da bambino studiavo Api vivente,
il dio egizio, alle elementari.
Nella stalla
ruminavano i buoi. Io in silenzio
m’avvicinavo alla sua mangiatoia.
M’interessava l’occhio
grande come il mio viso, un pianeta.
Mi guardava, il dio della pazienza,
allungare le mani,
e non smetteva mai di ruminare:
un dio, un dio mi entrava nella mente
scacciando mosche e tafani
con la coda,
ritmicamente.

Non c’è posto, lettore, per i libri
nella mia nuova casa.
Anche nei libri cercavo qualcuno,
non ricordo più chi,
non torna a galla.
Ho sistemato i libri nella stalla.
La mangiatoia è uguale
a quella che riempivo d’erba fresca.
Provo a chiudere gli occhi.

Ora allungo la mano, titubante,
senza sfiorare la pupilla.
Non so cosa cercavo dentro i libri.
Sono pesanti, polverosi.
Non so cosa cercavi,
continuo a domandarmi sorridendo.
E non vola una mosca
mentre poso la biro.

Da qualche parte
dentro un sussidiario
c’è ancora il dio Api.
Il suo respiro.


da Forse un altrove. Ipotesi di viaggio attraverso la poesia 

antologia di prossima pubblicazione presso “Il Labirinto”

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