mercoledì 8 settembre 2021

Kenneth Rexroth

 SOLITUDINE


Pensando a te che trabocchi

di solitudine. Ascoltando la

tua voce dire dal registratore

“Solitudine”. La parola, la voce,

stracolma di essa, ed io, 

con te lontana, così perduto 

in essa – perduto in solitudine 

e pena. Nere e insopportabili,

pensandoti con ogni fibra 

della mia carne, in ogni istante 

del giorno e della notte.

Oh, amore, col tempo,

abbiamo dimenticato l’amore,

sedendo vicini, ma soli.

Abbiamo mangiato insieme,

ognuno solo dietro il proprio piatto, 

nascondendoci dietro i bambini,

e insieme abbiamo dormito  

in un letto solitario. Ora a te

il mio cuore si volge, finalmente 

sveglio, pentito, perduto 

nella solitudine finale. Parla

con me. Discuti con me. 

Rompi il nero silenzio. Parla 

di un albero pieno di foglie,

di un uccello che vola, della luna

nuova al tramonto, di una

poesia, un libro, una persona –

tutti i discorsi qualunque

coi quali la tua voce

sonora e tranquilla mi cura.

La parola libertà. La parola pace.


Traduzione di Francesco Dalessandro

 

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