PRIMA DI CRISTO
Io e te siamo qui, Enea
non illuderti se poi
ti costa un'ignoranza
un rossore pietoso
fra l'occhio pieghevole e il mento.
Siamo qui
e non ci fu concessa l'apertura
la soglia trasparente
della grazia
o un semplice rosaio
un talamo, un gioiello
di pari splendore
guardando cadere le vesti;
t'inerpichi su un monte che
non sai essere la trapunta dorata
su cui mastichi
l'infanzia interminabile
di chi è parente della dea:
più che parente
figlio, o epigono d'un male
che fa male senza forza
d'un male così tenue che uccide
senza mai dire la verità al morto...
Di questo santo male
divido la struttura,
avverto atomi nelle cartilagini
ne ricompongo i grammi in un cucchiaio
per chiuderlo, amore, dentro un cerchio.
da Dura verticale, Edizioni della Cometa, 1999
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