ADEN, RIMBAUD
La faretra il Mar Rosso,
il cuore inquieto la punta della freccia.
Dopo, le piogge basse, i cieli rovesciati
dove matura il frumento
e oltre il verde tappeto del caffè
i minareti candidi, fusi a filare azzurro,
le magnifiche somale di Harar
per raggiungere Aden
nell'intento segreto di incontrarti.
Voglio capire,
dar retta alle leggende dei carovanieri.
Dove sei adesso, Adamo?
Fino a ieri ero un uomo complicato,
sono ormai l'altro: sbiadiscono le piste
d'Europa, lo stesso Belgio, le beghe con Verlaine.
Mi chiamano Abadallah, mesmerizzato
al sogno di trovarti tra le sabbie
che il sole ingiallisce di urina.
Ho mangiato dell'Albero, condiviso il Peccato,
dato a mio modo nuovo nome al mondo.
Del primo sangue umano ho nostalgia.
Maledetto chi viene ricordato.
Avvinto in questa conca accanto al mare
nel tuo sudario smarrito
attraverso i cunicoli del tempo,
la stia del giorno ha crolli stupefatti
dal tumulto dei fondachi ai deserti:
sono con te, spiato
dal punto lontanissimo, illusorio
dove risiede il Misericordioso
Allah, tra l'aurato dolore
dei tramonti e i dromedari berberi,
le dune.
da Una stagione nascosta, NEM, 2019
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