venerdì 24 febbraio 2023

Vincenzo Di Maro

 ADEN, RIMBAUD


La faretra il Mar Rosso,

il cuore inquieto la punta della freccia.

Dopo, le piogge basse, i cieli rovesciati

dove matura il frumento

e oltre il verde tappeto del caffè

i minareti candidi, fusi a filare azzurro,

le magnifiche somale di Harar

per raggiungere Aden

nell'intento segreto di incontrarti.

Voglio capire,

dar retta alle leggende dei carovanieri.

Dove sei adesso, Adamo?

Fino a ieri ero un uomo complicato,

sono ormai l'altro: sbiadiscono le piste

d'Europa, lo stesso Belgio, le beghe con Verlaine.

Mi chiamano Abadallah, mesmerizzato

al sogno di trovarti tra le sabbie

che il sole ingiallisce di urina.

Ho mangiato dell'Albero, condiviso il Peccato,

dato a mio modo nuovo nome al mondo.

Del primo sangue umano ho nostalgia.

Maledetto chi viene ricordato.

Avvinto in questa conca accanto al mare

nel tuo sudario smarrito

attraverso i cunicoli del tempo,

la stia del giorno ha crolli stupefatti

dal tumulto dei fondachi ai deserti:

sono con te, spiato

dal punto lontanissimo, illusorio

dove risiede il Misericordioso

Allah, tra l'aurato dolore

dei tramonti e i dromedari berberi,

le dune.


da Una stagione nascosta, NEM, 2019

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