SPECCHI DOPPI
È il buio lunare.
A notte inoltrata,
a fine estate,
le costellazioni
autunnali
s’accendono nel cielo
arido.
L’aria odora di
bestiame, fieno
e polvere. Nel
vecchio frutteto
le pere sono
mature. Gli alberi
sono nati da
vecchi rizomi.
E i frutti sono
immangiabili.
Passando lì
accanto certe volte,
sentendo raspare e
grugnire,
punto la torcia fra
i rami.
Due procioni, col
succo acre
di pera e la bava
alla bocca
si girano a
guardarmi. Gli occhi,
due spugne cariche
di luce.
Mi conoscono e non
scappano.
Risalendo la
strada tra le ombre
nere delle querce,
dalla ghiaia
polverosa davanti
a me
vedo ovunque scintillare
piccoli punti di
fredda luce blu,
simili ai bagliori
metallici della neve.
Immaginando di che
si tratta,
mi chino a
guardare.
Sotto ogni sasso e
foglia
di quercia c’è un
ragno
con gli occhi che
luccicano
verso di me al
riflesso
della mia torcia,
attraverso
incommensurabili distanze.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da The complete poems of Kenneth Rexroth, edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003.
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