La mia finestra svela nubi passeggere,
foglie spente, nuove stagioni, cieli
mutevoli, folle ristrette e disperse:
il mondo intero passa; io sto a guardare.
Uomini e mastri non sciupano le ore
loro assegnate, progettano costruiscono:
vedo il coronamento delle torri,
e felici promesse mantenute.
E io – se il mio proposito potesse
contare forse su un tempo
prediluviano, sosterrei fatiche
che avrebbero così il loro retaggio,
ma ora prima che il crogiolo possa
ardere con un oro mai scoperto,
il mantice avrà smesso di soffiare
e la fornace sarà raffreddata.
Adesso è troppo tardi per guarire
dalla vergogna che impacciata e inetta
quando tratto col prossimo mi rende
del cieco o dello zoppo più impotente.
No, la città dovrei amarla meno
anche di quest’ingrata mia dottrina;
ma ora io desidero il deserto
o gli spogli declivi della costa.
Passeggio sull’arioso belvedere
e osservo il sole declinare o alzarsi,
vedo le giravolte dei piccioni,
studio il rincorrersi delle rondini
dal sommo della torre al suolo
sottostante, nell’aria che le sostiene;
poi scopro nel cerchio dell’orizzonte
un punto e bramo d’esserci.
Così odio di più questa dottrina
che non reca promesse di successo;
dolcissima la spiaggia inabitata
mi sembra, familiare e gentile il deserto,
i tumuli antichi che ricoprono ossa,
le rocce dove trovano riparo
i piccioni marini, e terebinti
e pietre, il silenzio e un golfo d’aria.
Là sopra un’ampia altura pianeggiante
dopo il tramonto mi distenderei,
e trafitta la cerea luce gialla
di un lungo aperto sguardo, morirei.
Traduzione di Francesco Dalessandro
The Poems of Gerard Manley Hopkins, Oxford University Press, 1970
The Poems of Gerard Manley Hopkins, Oxford University Press, 1970
ottima iniziativa, ma da completare con i testi il lingua originale.
RispondiEliminaauguri!
Carissimi Domenico, Francesco e Nancy,
RispondiEliminabuon capodanno con poesie senza pari, o impari che siano, ma meglio con che senza e che a capo si vada. E col punto in questo caso.
Baci.
Bell'inizio.
Bello tutto.
Simonetta Melani.
Alle spalle il 2010.
Punto e a capo.
Un ottimo 2011 a tutti noi.
Bellissima poesia e bellissima traduzione. Si legge d'un fiato. Ottimo, rincuorante, il suggerimento alla fine di come idealmente morire.
RispondiEliminaotima davvero quest'idea, con "versi nudi e crudi", senza nesun filtro critico. che siano i lettori ad apprezzare, in una catena da dilatare (che diffondo volentieri). e densa questa entrée di Hopkins,con il suo genuino sapore di novecento ancora aperto, ancora caldo.
RispondiEliminaauguri per il sito e per il decennio
annamaria ferramosca
Simo, Nail, Annamaria, grazie dell'incoraggiamento: ne abbiamo bisogno.
RispondiEliminaA Guglielmin, sull'originale: ci penseremo, ma puntiamo alla snellezza; il testo originale è abbastanza facile da reperire, crediamo, quando si tratta di poeti come Hopkins.
Bellissima! Ma anche la traduzione! E l'aiuto che ci offre a ricordare le nostre tante provenienze.
RispondiEliminaGrazie e auguri.
Maria Inversi
Ottima traduzione, ma aggiungerei il testo originale
RispondiEliminaVi seguirò con piacere,
cinzia