VEDI, PER L'ALTA NEVE S'ERGE CANDIDO
Vedi, per l’alta neve s’erge candido
il Soratte, le selve sono oppresse
dal peso che sostengono a fatica,
fermi i ruscelli per il gelo acuto.
Tu metti, metti legna sul fuoco
in abbondanza, Taliarco, e dissolvi
il freddo, versa puro un vino
il freddo, versa puro un vino
di quattro anni dall’anfora sabina,
e tutto il resto lascialo agli dèi:
quando hanno abbattuto i venti in lotta
sul ribollente mare né cipressi
né vecchi frassini s’agitano più.
Non chiedere quale domani
t’aspetti e il giorno che la sorte
concede tu segnalo a guadagno;
non sdegnare le danze e i dolci amori:
sei giovane e la querula vecchiaia
è lontana. All’ora fissata le piazze
siano la meta e sul far della notte
i sussurri discreti dei convegni,
il grato riso che l’angolo rivela
dove la tua ragazza si nasconde,
il pegno strappato dal polso
o dal dito che appena resiste.
da Odi, I, 9
Traduzione di Francesco Dalessandro
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