O sonno, o de la queta, umida, ombrosa
notte placido figlio; o de’ mortali
egri conforto, oblio dolce de’ mali
sì gravi ond’è la vita aspra e noiosa;
soccorri al core omai che langue e posa
non have, e queste membra stanche e frali
solleva: a me ten vola o sonno, e l’ali
tue brune sovra me distendi e posa.
Ov’è ’l silenzio che ’l di fugge e ’l lume?
e i lievi sogni, che con non secure
vestigia di seguirti han per costume?
Lasso, che ’nvan te chiamo, e queste oscure
e gelide ombre invan lusingo. O piume
d’asprezza colme! o notti acerbe e dure!
da Rime, a cura di Roberto Fedi, BUR, 1993
Una traduzione in inglese "gettata lì":
RispondiEliminaTo Sleep
O sleep, o of the quiet, humid, shady
night the placid son; o of sickly humans
comfort, sweet oblivion of the inhuman
evils that make life bitter and staid;
succor the heart that now languishes and rest
has not, and these limbs tired and frail
uplift: fly to me o sleep, and your pale
wings spread over me and rest.
Where's the silence that flees the day and light thereof?
And the soft dreams that follow you
with doubtful vestiges whatever the weather?
Drained, for in vain I call you, and these obscure
and icy shadows vainly flatter. O feathers
brimming with bitterness! O nights raw and fewer!
Buona, per esser 'gettata lì', direi. Grazie, Nail.
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