lunedì 14 gennaio 2019

Masha Kaléko


Questa settimana, tre poesie di Masha Kaléko (1907-1975). Tre poesie sullo svanire dell’amore, dopotutto. Tre poesie di un’agghiacciante amarezza (mascherata dal garbo e dall’ironia) che sfiora il cinismo. Tre poesie che trovo terribili, perciò, a loro modo, impareggiabili davvero.


AMORE NELLA GRANDE CITTÀ

Ci si conosce così, di sfuggita, da qualche parte,
e prima o poi ci si dà un appuntamento,
qualcosa di indefinito
spinge a non separarsi più.
Durante il secondo gelato al lampone si arriva al “tu”.

Ci si affeziona e nel grigiore dei giorni
Già si profila la luminosità di liete ore serali.
Si condividono ansie quotidiane, seccature
E anche la gioia di aumenti salariali,
… al resto provvede il telefono.

Ci si incontra nel trambusto di vie metropolitane.
Non a casa: nella stanza mobiliata.
– Nel caos del frastuono e dello sfrecciare di auto
– lontani dal cicaleccio di pettegole e malelingue,
si va in due, tranquilli e svagati.

Di tanto in tanto ci si bacia su panchine solitarie
– oppure su un sandolino.
L’erotismo va limitato alla domenica.
… A chi viene in mente di pensare al futuro?
Si parla con pragmatismo e si arrossisce di rado.

Non ci si fa dono di rose e di narcisi
e non si mandano messaggeri in casa.
– Poi, sazi di baci e delle gite di fine settimana,
ci si spedisce con la posta del Reich,
in stile stenografico, una sola parolina: “fine”!

Traduzione di Gio Batta Bucciol


Da “Poesia”, Anno XXXI, Ottobre 2015, n. 341

Nessun commento:

Posta un commento