LA MIA VITA ERA RIMASTA
La mia vita era rimasta – un fucile carico –
negli angoli – finché un giorno
è passato il proprietario – l'ha identificata –
e mi ha portato via –
e adesso vaghiamo per boschi sovrani –
e adesso cacciamo la cerva –
e ogni volta che parlo per lui
le montagne chiare rispondono –
e se sorrido, che luce cordiale
splende sulla valle –
È come se un volto vesuviano
e quando la notte – compiuto il nostro giorno –
io veglio sul capo del padrone –
è meglio che avere diviso
un profondo cuscino di piume –
Del suo nemico – sono nemica mortale –
Nessuno fa ancora una mossa –
se lo punto con un occhio giallo –
o con pollice fermo –
Anche se potrei vivere – più a lungo di lui
più a lungo lui di me – deve vivere –
perché ho solo il potere di uccidere,
senza – il potere di morire –
(754)
Traduzione inedita di Silvia Bre
Nessun commento:
Posta un commento