CANTI ONIRICI, 226
Tuono fantastico,
in alto, scosse la volta del cielo.
Le bestie si
fissarono immobili faccia a faccia.
Enrico ebbe paura.
Con il suo amore,
non proprio di fanciulla, lei non valse
a placarne i terribili
timori, spintosi fuori
in un mondo
siffatto.
Angoscia sorse
dalle gole. Scomparsi, molti, nell’aria,
e molti al suolo,
e molti in mare.
Non era luogo da amare.
Coi pollici negli
occhi, immense esplosioni di ciò
che non sappiamo,
finché la sobrietà divenne un vizio.
«I collassi sono
garanzia», disse un amico.
La vidi in un
sogno, dal mio sogno si ridestò,
piacevolezza,
amore e cortesia
e tutta quella
tiritera.
Aveva lunghi
capelli, quasi sufficienti
a soffocare orrori.
Ciò che con lei nel fumo
Enrico fece non
rivela.
Traduzione di Sergio Perosa
da Canti onirici e altre poesie, Einaudi 1978
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