Bergamo
Pensala,
inclusa nel corpo penitente
girato
sotto per coprirsi con la schiena, in fuga
e tra le
braccia la luce fragorosa che s’impenna
la parola
eretica. Poi la segui, è un fiato.
Vuole che
i suoi raggi s’impalino
e con il
corpo fuso al mondo nascere domani
o non
morire mai, così come beatitudine vorrebbe.
La musa
del presente viene meno.
Ora monta
la scia dei veggenti, hanno portato
la vampa
stregata nelle ciglia l’attimo prima,
hanno
saputo, e vanno, geni dell’aria estesa
alla
primavera ossidrica, ai campi bestemmiati
che
sbranano l’ombra, un colosso glaciale li guida
nel beta,
nell’alpha, e poi l’occhio eterno.
E tu
mantieni l’attimo soltanto, la gabbia chiusa, l’angelo
col fiato
rotto in ogni gola, pensa nuovamente
questo
guarire in trasparenza dove il cielo
sa il
credo del tuo dolore e cedi alla miseria alata,
già ti
devasti.
Da Le
campane, Einaudi 2022
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