I MIEI DIARI SONO GIORNI
I miei diari sono giorni,
Giorni di carne e realtà. Il calendario
Ricorre perdirci chi siamo,
O eravamo, per lodare o biasimare.
Ecco, quel giorno arriva
Di nuovo. La finestra è pietra umida
In cui è impossibile guardare. Luce e sole,
Senza alcun riflesso, un terreno liscio,
Che slitta su uno spazio vetroso.
Rabbrividisco al ricordo,
E da una vita mancata, una crescita spezzata
Scolpisco la mia folle poesia.
Il cancro non è una metafora.
Una lastra lucente di pioggia sulla betulla alla finestra
In questa giornata soprannaturale di marzo,
Assottigliata, fatta crepuscolo, finanche stella lucente,
Fredda e pietosa.
Traduzione di Marco Fazzini
da Elegie, Elliot, 2022
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