mercoledì 13 aprile 2022

Maria Giuseppina Guacci

 

IL DOLORE

 

 

Io vo’ chiamando invan le rime e i versi,

dolce conforto a’ miei lunghi martiri;

non sa l’anima mia se non dolersi,

e si disface in lacrime e sospiri;

lassa! Dal primo dì che gli occhi apersi

stella non è che a me benigna giri,

sì che per molta doglia è la mia vita

languida e secca in su l’età fiorita!

 

Solea talvolta, quando il chiaro sole

volge a l’occaso le infiammate rote,

a’ monti ed a le selve oscure e sole

accomandar le mie povere note,

e al suon de le mestissime parole

rigar di care lagrime le gote;

così piangendo, alleviar sentia

il grave fascio d’ogni pena mia.

 

Or, quando sorge la pietosa Luna

a innamorar di sue bellezze il cielo,

maladico le stelle ad una ad una,

e il dì che venni a provar caldo e gelo,

maladico ogni fior che a l’aria bruna

dolcemente riposa in su lo stelo,

maladico ogni cosa ovunque io movo,

che dorme in pace, ed io pace non trovo.



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