IL
DOLORE
Io
vo’ chiamando invan le rime e i versi,
dolce
conforto a’ miei lunghi martiri;
non
sa l’anima mia se non dolersi,
e
si disface in lacrime e sospiri;
lassa!
Dal primo dì che gli occhi apersi
stella
non è che a me benigna giri,
sì
che per molta doglia è la mia vita
languida
e secca in su l’età fiorita!
Solea
talvolta, quando il chiaro sole
volge
a l’occaso le infiammate rote,
a’
monti ed a le selve oscure e sole
accomandar
le mie povere note,
e
al suon de le mestissime parole
rigar
di care lagrime le gote;
così
piangendo, alleviar sentia
il
grave fascio d’ogni pena mia.
Or,
quando sorge la pietosa Luna
a
innamorar di sue bellezze il cielo,
maladico
le stelle ad una ad una,
e
il dì che venni a provar caldo e gelo,
maladico
ogni fior che a l’aria bruna
dolcemente
riposa in su lo stelo,
maladico
ogni cosa ovunque io movo,
che
dorme in pace, ed io pace non trovo.
Nessun commento:
Posta un commento