mercoledì 11 maggio 2022

Piero Bigongiari

 UN GLOBO DI FUOCO


Poco ho perduto, il senso dell'attesa,

l'incanto sotto l'altissima torre,

ma ho perduto tutto se il tuo sguardo

di lontano non scorge ch'io ti guardo

come un dardo che perda il suo traguardo.


La vita non si è arresa: in essa ardo

nella lenta distesa di ogni assenza:

tutto è presente, rea confessa, in essa

sotto le lunghe ciglia in cui il tuo occhio

nero annuncia che non vi è alcun ritardo.


Luceva in cielo un globo roteante

di fuoco. Era quel dardo vagabondo

che se ignora il traguardo e oltrepassa

ogni limite, trova che esiste,

come una spora, il luogo in cui consistere.


E forse è bene se qualcuno ignora

ciò che forse è infine inconoscibile,

e attende impaziente l'inattendibile,

se è vero che ciò che non sappiamo

aumenta il raggio dello stesso scibile.


Da quel globo gocce di fuoco cadono

davanti ai passi che si avvicinavano.

Era una sconosciuta, o tu, l'attesa?

Ma so che fu così che seguitò

l'enigma che ignora la sua resa.


29 dicembre '95


da Tra splendore e incandescenza, Pezzini Editore, 1996

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