mercoledì 4 ottobre 2023

Ezra Pound

 CANTO XLIX

 

 

Per i sette laghi, e di nessuno questi versi:

Fiume in secca; piove; un viaggio,

Lampi di nuvole diaccie, nel crepuscolo piove a dirotto

Una sola lanterma sotto il trave della capanna.

Roridi i giunchi; curvi;

E i bambù sussurrano pianto.

 

Luna d’autunno; intorno ai laghi al tramonto

si stagliano i colli

La sera è un sipario di nubi,

sfoca l’increspatura d’onda denticolata

dai lunghi lanceoli di cinnamomo,

fredda musica di canne.

D’oltre colle il vento porta

lo scampanellìo del monaco.

Una vela passò di qui in aprile, forse ripassa in autunno

Lenta si fonde la barca nell’argento;

Sul fiume solo il sole abbaglia.

 

Dove nel tramonto avvampa una vela vinacea

Qualche comignolo fuma nella luce bieca

Neve fiocca sul fiume

E un mondo è smaltato di giada

La giunca come lampada ondeggia,

Si agghiacciano i rivi. E a San Yin

regna il dolce far niente.

 

Oche selvatiche planano sulle sirte,

Nuvole accerchiani la finestrella

Distesa d’acqua; si diradano le oche bnell’autunno

Le cornacchie gracidano sulle lampàre,

Una luce percorre l’orizzonte a nord;

dove i ragazzi pungono sassi per i gamberi.

Nel millesettecento giunsero i Tsing tra questi laghi di collina.

Una luce percorre l’orizzonte a sud.


[ . . . ]


Traduzione di Mary de Rachewiltz

 

da I Cantos, Meridiani Mondadori, 1985


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