lunedì 30 ottobre 2023

Lars Gustafsson

 Ci sono libri nei quali ci si perde, nei quali si entra per perdersi, perché non si vuole più uscirne. Sono quelli che indagano l’anima o il mistero di sé. 

Di ognuno di questi libri offro solo l’incipit, ovvero il primo, o i primi paragrafi; di qualcuno, l’ultimo o gli ultimi, ovvero l’explicit. Spero, per voi che leggerete, che servano d’invito a perdervi in essi.

Posso citarne molti (ovvero, posso citare alcuni di quelli nei quali mi sono perso io, perché forse ognuno ha i suoi). Dopo quelli della settimana scorsa, eccone quattro dello stesso autore:



L'AUTENTICA STORIA DEL SIGNOR ARENANDER


(Questa è una storia in cui l’eroe, già dal primo capitolo, è irrimediabilmente

perduto. Poiché nelle pagine che seguono vengono comunque prese in 

considerazione le sue possibilità di salvezza, insorge un’incongruenza,

    Tale incongruenza è giustificata, non soltanto intenzionale.)

 

Traduzione di Vincenzo Nardella

Da L’autentica storia del signor Arenander, Bompiani, 1972

 


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