venerdì 20 aprile 2012
Gerard Manley Hopkins
(CONFORTO CAROGNA)
No, non voglio, conforto carogna, Disperazione, pascermi di te;
non scioglierò benché già lenti questi ultimi legami
umani in me, né stremato griderò: non posso più. Io posso;
qualcosa posso: spero, aspetto giorno, non scelgo di non essere.
Ma ah, ma o tu terribile, perché violento su di me hai voluto
il piede destro tuo tritamondo vibrare? schiacciarmi con zampa di leone?
scrutare con cupi occhi voraci le mie ossa ammaccate? e vagliarmi
oh con turbini di tempesta, ammucchiato là, frenetico a evitarti e fuggire?
Perché? Perché la pula si sperdesse, restasse il mio grano, chiaro e puro.
Anzi, in tutto quel tormento e tumulto, dacché (pare) il bastone, no, la mano
baciai, cuore guarda!, succhiai forza, rubai gioia, volli ridere, acclamare.
Ma acclamare chi? L’eroe che con mossa celeste mi scagliò giù, calpestando-
mi? O me che lo combattevo? Chi dei due? Tutt’e due? Quella notte,quell’anno
d’ora svanite tenebre io giacqui derelitto lottando col (mio Dio!) mio Dio.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da I sonetti terribili, Il Labirinto, 2003
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