SILENZIO
Mio
padre era solito dire:
«Una
persona superiore non fa mai visite lunghe,
né
vuole vedere la tomba di Longfellow
o
i fiori di vetro di Harvard.
Sicura
di sé come il gatto –
che
trascina la preda in un angolo,
la
coda del topo gli pende dalla bocca come un laccio da scarpe –
ogni
tanto gradisce la solitudine
e
può restare senza parole
se
ascolta un discorso che gli piace.
Il
sentire più profondo si rivela sempre in silenzio;
non
in silenzio, ma con discrezione».
E
non era meno sincero se diceva: «Fate di questa casa il vostro albergo».
Ma
non sono residenze, gli alberghi.
Traduzione di Francesco Dalessandro
da Complete Poems, Faber and Faber, London-Boston, 1984
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