mercoledì 2 maggio 2012

Brad Leithauser


CENTINAIA DI LUCCIOLE


Cielo ancora viola,
ombre raccolte
sotto gli alberi

e prime stelle pallide
come betulle notturne, le lucciole
cominciano: fin dall’inizio

la notte appartiene
a loro.
              Il buio le fa brillare:
dalla nostra terrazza al riparo

osserviamo il loro brillio
accentuarsi: tre, quattro di loro
illuminano il crepuscolo con

solennità; dieci o dodici
e gli occhi si confondono
senza fine;

e nella notte più fonda
sono venti, cinquanta, di più –
un numero incalcolabile –

eppure ne continuano
a venire.
                 Nessun inverno
supera il lampo

della loro tempesta, nessuna primavera
la sorprendente crescita.
                                               Espandendosi
per contenerle, la notte si riempie

dei loro crepitii silenziosi,
centinaia di lucciole,
ogni luce intermittente è una piccola offerta

per attirare un compagno diffidente
nella congiunta oscurità
della propagazione…

Perciò vengono spasimando alle finestre
del cottage in ordine sparso a illuminare
fiocamente, in modo inquietante

le nostre facce, e nient’altro che l’istinto
primordiale d’ogni creatura all’accoppiamento
erige costellazioni altrettanto luminose,

e più vicine di quanto i cieli
non saranno mai.
                                  Soltanto
guardare, senza dire nulla,

con gratitudine,
è il meglio, è quello di cui
avevamo bisogno.
                                  Perché stanotte

abbiamo visto stelle sufficienti
a mantenerci per un anno
intero di vita cittadina –

notti autunnali che si allungano,
alberi aperti e la rosea
oscurità dei centri commerciali;

cieli grigi ad ammassare neve,
e la luna sulla neve ghiacciata
e paludosi cieli d’aprile intasati

di sedimenti … fin quando il silenzioso
trascorrere dell’estate tra gli alberi
indirizza anche noi, attratti dalla luce,

verso un’altra breve stagione di lucciole.

Traduzione di Aldo Rosselli e Nail Chiodo

da Between Leaps – Poems 1972-1985, Oxford University Press, 1987


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