lunedì 28 maggio 2012

Domenico Vuoto


UN VINCOLO

Ragno consolatore, chiamano il minuscolo
insetto che viene ogni giorno a visitarti.
Sul tavolo compare dove il volto tra le mani
dalla finestra osservi un cielo deserto – ai bordi
striature di nuvole orlature di lontana minaccia.
Non teme di avvicinarsi sospinto da una curiosità
che non contempla il rischio, muovendosi asseconda
il battito delle tue ciglia (le agita l’inquieta fissità di
una rinuncia) con i cheliceri che tanto lo assomigliano
a un bambino incanutito. Poi lo noti, il tuo sguardo
si ravviva – i tuoi chiari occhi da insonnia o da
lacrime arrossati. Hai l’impressione che sia lui a
narrare il tuo tempo in silenzioso naufragio, a guidarlo
verso un approdo. E nell’estrema sua mobilità condensi
e converta in misterioso rigoglio la tua pena
Troppo hai già perduto per non provare una speciale
meraviglia davanti a una vita che a te remota a te
sembra volersi offrire.
E ora guardati dalla sua insopprimibile allegria,
induce al vincolo faticoso della speranza.

(Inedita)

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