venerdì 11 maggio 2012
Geoffrey Hill
OVIDIO NEL TERZO REICH
non peccat, quaecumque potest peccasse negare,
solaque famosam culpa professa facit.
Amores, III, XIV
Amo il mio lavoro e i miei bambini. Dio
è distante, difficile. Le cose accadono.
Troppo vicino agli antichi trogoli del sangue
l’innocenza non è un’arma terrena.
Solo una cosa ho imparato: non guardare tanto
dall’alto in basso i dannati. Essi, nella loro sfera,
armonizzano stranamente con l’amore
divino. Io, nella mia, celebro il coro d’amore.
Traduzione di Renato Oliva
Da Giovani poeti inglesi, Einaudi, 1976
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento