mercoledì 29 agosto 2018

Arsenij Tarkovskij


IL MANOSCRITTO

                                               ad A. A. Achmatova

Ho finito il libro e ho messo il punto,
non ho potuto rileggere il manoscritto.
La mia sorte si è consumata tra le righe
mentre l’anima mutava la scorza.

È così che il figliol prodigo si strappa la camicia dalle spalle,
è così che il sale dei mari e la polvere delle vie terrene
sono benedette e maledette dal profeta
andato da solo incontro agli angeli.

Sono colui che è vissuto nel proprio tempo
senza essere sé. Sono il minore della famiglia
degli uomini e degli uccelli, ho cantato assieme a tutti gli                                                                                                    / altri,

e non lascerò il banchetto dei viventi:
blasone autentico del loro onore di famiglia,
vocabolario diretto dei loro legami alla radice.

Traduzione di Gario Zappi

da “Anterem”, 96, VI serie, Anno 43

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