lunedì 11 marzo 2019

Robert Lowell


PARTENZA
Intermissa, Venus, diu

«Aspettando che spiova,
ma cosa stai aspettando?
Il temporale può fermarsi solo
a prender fiato per ricominciare…
sempre in sospeso per colpire
il fuggitivo in volo.
I tuoi vestiti, forati
dalle bruciature circolari
di sigaretta come dalle tarme,
incurvano l’asta dell’armadio.
“Chi ci vive dentro?”
chiediamo acidi,
e li tiriamo giù, sbattendo
le loro copertine.
Così tanti disturbi secondari,
le distrazioni curative del corpo;
ma cosa importa,
se si è se stessi, si ha qualcosa
incriticabile in cui cambiare?
Adesso non come eri giovane…
A cinquant’anni, Orazio tenne
una fanciulla ligure
prigioniera nel sonno della notte,
inseguì il suo volo sull’erba
del Campo Marzio, la vide persa
sul Tevere incontenibile.
Riuscì a sentire la mia prima voce,
divertita nel dolore,
drammatica nel divertimento…
catastrofi di descrizione
che non sanno quando fermarsi,
quando non fermarsi?
Non si può ripetere;
solo esagerando
potrei dire la verità.
Per me, né fanciullo
né donna fu d’aiuto.
Preso nel temporale che aumenta,
la scelta in sé è sbagliata,
detto o non detto, niente parla –
uno scroscio informe di pioggia sul terreno…
Perché, Amore, perché, ci sono lacrime
sparse sulle mie guance?»

Traduzione di Francesco Rognoni

da Giorno per giorno, Oscar Mondadori, 2001

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