mercoledì 19 maggio 2021

Francesco Dalessandro

 CRONACHE DELLA LUCE, 1


Andiamo tu ed io verso nord accompagnati

dai mutevoli estri di un festivo giorno

di fine aprile attraverso la fertile

e verde Sabina di Orazio, ai lati del manto

d’asfalto il giallo di ginestre e prataiole

il viola dei glicini floridi e vincenti

lontano i paesi le piccole città di un altro

tempo da sopra azzurre colline guardano

la scia veloce dei veicoli insensati il nastro

che li trasporta e li perde come noi fiocchi

di fumo acre dal lunotto impolverato

vediamo sfiorire nel turchino abbandonarci

a una nuova vacanza a un vagare senz’altra

meta che quella dell’amorosa libertà –

 

 

se vanto d’amore non vieta nessuna

libertà siamo già nell’estate la terra

si prepara paziente a una lunga stagione,

camminiamo rinfrancati nel tiepido mattino

di aprile per le vie chiare di Orvieto, noi

soli – turisti involontari come santi  

pellegrini avviati al giudizio “fra gli empi

o i giusti?” alle porte del regno “scambiandoci

un segno di pace” nel fraterno

battesimo del sole ci sporgiamo alla bocca

del pozzo volano corvi “quando impareremo

ad amare?” scende anche il crepuscolo: notte

l’hotel Gialletti prima di cena l’amore

fatto in fretta, “ma scrivi” – domani sul lago

 

saltuari uccelli graffieranno un cielo

bianco.

 

da Lezioni di respiro, Il Labirinto, 2003

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