DAL RICORDO
Dopo
pranzo, nel fuoco meridiano
che
ci accende, confortati dal fresco
ristoro
della doccia su stampate
primavere
ci stendiamo mentre sole
e
sale marino ad altri brucia sulle brune
spalle,
nudi nell’asola tra l’afa
e
l’ombra ci infiliamo, redenti dal caldo
e
dal sudore, così alle tue labbra
ancora
salate io mi piego e sotto-
metto
al nostro vizio il vivo nerbo
pane
posto nel forno finché sazi
e
doloranti nella cuccia d’ombra
delle
persiane scivoliamo accaldati
riposiamo
assonnati i nostri nervi ormai
lassi
(inedita)
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